Iqbal: bambini senza paura

Iqbal: bambini senza paura
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Forse ricorderete il film “Iqbal” (1998), ispirato alla vita del bambino pakistano Iqbal Masih, il cui nome viene leggermente cambiato in Iqbal Maruf.

Dopo essere stato venduto dai genitori come schiavo ad un fabbricante di tappeti, il piccolo Iqbal tenta di scappare ma a causa della corruzione della polizia viene ripreso e ricondotto alla fabbrica.

Nonostante il suo grande talento nella fabbricazione di tappeti, Iqbal viene venduto da un padrone all’altro per via del suo carattere ribelle. L’ultima di queste fabbriche è gestita da un crudele uomo di nome Imran e da sua moglie.

Il ragazzino riesce ad evadere e nei mesi seguenti si introduce di nascosto in diverse fabbriche per fornire al sindacalista Khasi fotografie che documentano in modo inconfutabile le condizioni in cui vivono i bambini sfruttati permettendo quindi di far arrestare gli sfruttatori. A coronamento di questa attività riceve un importante premio da ritirare negli Stati Uniti.
Dopo aver ritirato il premio ed essere diventato un simbolo internazionale della lotta contro lo sfruttamento minorile, la mattina del 16 aprile 1995, viene ucciso da un colpo di pistola sparato da un sicario della mafia dei tappeti.

Nel 2001 è uscito il libro, consigliato dai 12 anni in poi, intitolato “La storia di Iqbal”, ad opera di Francesco D’Adamo.

 

Io ricordo di aver visto il film durante gli anni della scuola media, da ragazzina, e mi colpì molto. Certamente sarebbe troppo “crudo” da mostrare a bambini della scuola primaria…e il film di animazione di cui voglio parlare oggi è, probabilmente, più adatto allo scopo.

Iqbal: bambini senza paura

È uscito lo scorso anno, per sensibilizzare i più piccoli verso un tema importante e delicato come lo sfruttamento del lavoro minorile. La trama è ambientata in una città dai nomi fittizi e senza riferimenti diretti a nazione alcuna. Non sono presenti scene tragiche (l’unica scena violenta è al 59″, in cui il padrone si infuria e schiaffeggia il ragazzino “controllore”, per l’ennesima fuga di Iqbal).

Una differenza importante con il film predecessore riguarda la modalità di ingresso di Iqbal nella fabbrica: in questo cartone animato non sono i genitori a venderlo, ma viene condotto con l’inganno alla tenuta del mercante di tappeti, dopo essere uscito di casa per trovare il modo di acquistare le medicine per il fratello malato.

L’animazione in 3D si alterna a scenografie disegnate in 2D (in corrispondenza dei sogni del protagonista), il tutto inframezzato da ricche e ipnotiche musiche.

Promosso dall’UNICEF, sempre in prima linea nella lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile, il film di Fuzellier e Payami è stato presentato fuori concorso ad Alice nella Città, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2015.

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Pubblicato da Maestra Silvia

Blog personale di maestra Silvia.

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