2. Un po’ di teoria…
In ogni parola c’è una sillaba che è pronunciata con maggiore intensità delle altre: è la sillaba che porta l’accento (accento tonico), anche se questo non viene materialmente scritto. Le altre sillabe sono pronunciate con minore forza e sono dette àtone.
In italiano, nelle parole costituite da più sillabe, l’accento tonico può cadere:
- Sull’ultima sillaba (parole tronche): però, caffè, andò ecc.
- Sulla penultima sillaba (parole piane): can-zó-ne, mat-tì-na, fà-ro ecc.
- Sulla terzultima sillaba(parole sdrucciole): cò-mi-co, cò-sto-la, pén-to-laecc.
- Sulla quartultima sillaba (parole bisdrucciole): mià-go-la-no, pòr-ta-me-lo, gì-ra-glie-lo ecc.
- Molto raramente sulla quintultima (parole trisdrucciole): òr-di-na-me-lo, rè-ci-ta-me-la ecc.
Dal punto di vista quantitativo le parole italiane sono prevalentemente tronche, piane e sdrucciole: le parole bisdrucciole e trisdrucciole sono marginali, le parole quadrisdrucciole rare. (treccani.it)
Se la parola è monosillaba, l’accento cade ovviamente su questa, che sia scritto, o meno: più, re, là, su.
Ciò che trae più spesso in inganno è l’ultima precisazione fatta da La Crusca: le sillabe che hanno un corrispettivo non accentato. Per togliersi d’impaccio è utile memorizzare bene le frasi citate come esempio e fare tanti esercizi.
← Torna alla home • Vai alla pagina successiva →