9. Acuto e grave
Dato che al giorno d’oggi la maggior parte degli scritti viene battuto a macchina, è utile conoscere la distinzione fra il simbolo dell’accento acuto e quello dell’accento grave. L’accento che va dall’alto verso il basso si chiama grave, quello che va dal basso verso l’alto si chiama acuto. L’esempio più chiaro è quello riportato sul tasto della lettera è-é. come si può vedere l’inclinazione dell’accento è opposta. Cosa cambia? La pronuncia: nel primo caso (è) il suono è “aperto” (accento grave), come nelle parole caffè, cioè, è, città… Invece, nel secondo caso, l’accento acuto è presente in quelle parole che hanno una pronuncia “chiusa/stretta”, come: perché, affinché, benché, cosicché, finché, giacché, né, nonché, poiché, purché, sé (quando è pronome: “Marco pensa solo a sé“), sicché, ventitré e tutti i composti di tre (trentatré, quarantatré, centotré, ecc.); infine, le terze persone singolari del passato remoto di verbi come battere, potere, ripetere, ecc.: batté, poté, ripeté, ecc. Queste sono le pronunce “ufficiali” della dizione italiana, ma le differenze regionali influiscono – a volte in maniera contraria – sugli accenti.
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