“Non mi piace!”, ovvero: bambini che non vogliono mangiare.

“Non mi piace!”, ovvero: bambini che non vogliono mangiare.
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Quasi tutte le mamme e i papà si trovano a dover affrontare dei conflitti sul cibo: non mi piace, non lo voglio, voglio questo, voglio quello…
Come affrontarli e superarli evitando di ritrovarsi in bambino capriccioso e viziato?!
Grazia Honegger Fresco, nel suo “Facciamo la nanna” (l’anti-Estivill per eccellenza), suggerisce un comportamento che condivido e che ho avuto modo di esporre (ancor prima di leggere il libro) ad un incontro con i genitori in cui si é parlato della famigerata mensa scolastica.
Cercherò ora di esporlo chiaramente, andando per gradi.

  1. Partiamo dalla scelta dei cibi. I bambini ancora non sono in grado di stabilire autonomamente un proprio regime alimentare equilibrato. Questo, infatti, é compito dei genitori e in generale degli adulti che si occupano di loro. Pertanto non ha senso chiedere ad un bambino “cosa vuoi per cena?“. Non deve essere una sua scelta, altrimenti opterà probabilmente per quei due o tre alimenti che preferisce, senza esplorare nuovi cibi e, cosa ancor più grave, credendo di poter decidere per sé stesso su questioni così delicate per la sua salute.
    Questo non significa che tutto dev’essere imposto, si può domandare – per esempio – cosa preferisce fra due cibi (due tipi di verdure, due tipi di frutta), ma la gamma deve sempre essere ristretta (non quattro, cinque, sei cibi) e tanto più concreta quanto più piccoli sono i bambini (mostrare il cibo, farlo toccare, annusare)
  2. Secondo passo: andare a tavola di buon umore e senza distrazioni. Si può chiedere un aiuto nella preparazione di cibi semplici (lavare l’insalata, mescolare il purè…), così da coinvolgere il bambino. Tv e giochi non accompagnano il pasto, e si coglie l’occasione per dialogare (la mattina si può chiedere se la notte si é fatto un sogno, la sera si parla della giornata trascorsa…).
  3. Non mi piace!”. Arriva il momento critico! Non si insiste, non si contratta. Si toglie il piatto dicendo che evidentemente non ha appetito. Non si dà nient’altro!

    “Voglio la banana!” – “No, prima non hai mangiato il riso, vuol dire che non hai appetito” (ripetere sempre la stessa frase con tranquillità, senza accontentarlo). Tuttalpiù: “Ora puoi andare a giocare e farai merenda alle quattro” e sulle quattro non si anticipi!

(tratto da Facciamo la nanna,

G. Honegger Fresco, Il leone verde, p.98)

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Pubblicato da Maestra Silvia

Blog personale di maestra Silvia.

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